Classe energetica degli edifici: Cosa è e come si Calcola
Classe energetica degli edifici: Cosa è e come si Calcola?
Al giorno d’oggi, a seguito della crisi energetica e delle stime di un futuro che vedono sempre più l’esaurimento dei giacimenti di carbone, gas naturale e petrolio, si è obbligati, attraverso anche delle predisposizioni normative, a rivedere la progettazione della città e delle abitazioni che viviamo al fine di ridurre il consumo delle fonti energetiche esauribili e gli scarti inquinanti, sfruttando al meglio l’energia ottenuta da risorse rinnovabili (sole, vento, terreno, acqua e inerzia termica).
Con questa nuova presa di coscienza l’Italia ha cominciato a mettersi in regola con le fondamentali direttive europee 2002/91/CE e 2006/32/CE, che si definiscono un punto di riferimento per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e, in seguito alle prescrizioni del D. Lgs 192/05 (con il quale si stabilisce l’obbligo per ogni edificio di esibire un attestato di riferimento alle classi energetiche) e gli interventi legislativi completati con il DM 162/15, entra a far parte della normativa italiana la determinazione della certificazione energetica degli edifici.
La classificazione energetica serve dunque a stabilire quanto consuma un edificio, in termini di energia elettrica, e soprattutto a valutare quale impatto ha quest’ultimo sull’ambiente in termini di consumi.
Ovviamente tutti gli edifici, non essendo uguali tra di loro sotto il profilo strutturale e tipologico, avranno caratteristiche diverse e per questo rientreranno in differenti classi energetiche.
La suddivisione in queste classi avviene attraverso l’utilizzo di lettere e numeri disposti all’interno di una scala che classifica i consumi in ordine crescente, partendo dalla classe A4 che indica un livello di efficienza energetica maggiore e quindi bassi consumi, fino ad arrivare alla classe G che, al contrario, riguarda tutti quegli edifici meno performanti dal punto di vista energetico e che comportano alti consumi, per un totale di 10 classi energetiche.
Cosa determina la classe energetica di un’abitazione?
Diversi sono i fattori che incidono, sia positivamente che negativamente, al fabbisogno energetico di un’abitazione e alla valutazione finale dell’efficienza energetica della struttura stessa.
Risulta quindi molto importante conoscere quali siano gli elementi che influenzano i consumi energetici in modo da optare per scelte che riducano gli sprechi e permettano di risparmiare il più possibile.
Fra questi elementi troviamo:
- I materiali costruttivi utilizzati per la realizzazione di un edificio
- Gli isolanti impiegati
- Il tipo di pareti e serramenti che costituiscono l’involucro dell’edificio
- La tipologia di impianto di riscaldamento impiegato
Valutando complessivamente tutti questi elementi è possibile determinare la classe energetica dell’abitazione.
Cosa è la prestazione energetica e come viene regolamentata?
Eseguire il calcolo della classe energetica della propria abitazione non è per niente immediato, ecco perché è indispensabile avvalersi di figure professionali con competenze specifiche e riconosciute.
Il tecnico certificatore si occuperà di effettuare la diagnosi energetica, a seguito di un sopralluogo dell’immobile, al fine di quantificare i consumi energetici dell’edificio in condizioni di utilizzo e climatiche ritenute standard a seconda della zona climatica territoriale, e rilasciare quindi l’attestato di prestazione energetica APE.
Questo documento risulta oggi necessario, secondo le direttive 2010/31/UE che vedono il completamento del quadro normativo, in materia di prestazioni energetiche, con il decreto sulle “Linee guida per la certificazione energetica degli edifici” contenente proprio la nuova disciplina per l’attestazione della prestazione energetica degli edifici.
Il nuovo APE, uguale in tutto il territorio nazionale, deve garantire maggiori informazioni sull’efficienza dell’immobile e degli impianti che lo compongono, con un più facile confronto della qualità energetica rispetto ad immobili differenti, in modo da orientare il mercato immobiliare rispetto a edifici con migliore qualità energetica.
All’interno del documento verranno indicate le proposte utili a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, distinguendo le ristrutturazioni importanti dagli interventi di riqualificazione energetica considerando anche gli incentivi finanziari atti a realizzarli.
L’APE ha una valenza di 10 anni e risulta obbligatorio nei casi di:
- Edifici di nuova costruzione;
- Compravendita;
- Donazione di immobile;
- Annunci di vendita o locazione di unità immobiliari;
- Ristrutturazione che superi il 25% della superficie;
- Contratti nuovi, o rinnovati, per la gestione di impianti termici di edifici pubblici.
Calcolo prestazione energetica
Come eseguire il calcolo della prestazione energetica?
Conoscere la classe energetica di un immobile risulta molto utile sia se si sta pensando all’acquisto di una nuova casa, sia se si vogliono ipotizzare degli interventi di ristrutturazione e quindi quantificare l’ammontare delle spese che servono per effettuare tali interventi, anche in previsione di una possibile vendita.
Attraverso determinati tipi di interventi, come per esempio la riparazione o la sostituzione di impianti tecnologici e materiali costruttivi, possono essere infatti ridotti notevolmente i consumi energetici e di conseguenza l’importo delle bollette di luce e gas.
È importante ricordare che i consumi per il riscaldamento invernale sono uno dei fattori che principalmente determinano la classe energetica di un’immobile; questi verranno poi sommati alla valutazione della zona climatica di appartenenza.
Infatti, il territorio italiano, in base alla variazione della temperatura, viene suddiviso in sei diverse zone climatiche (A, B, C, D, E, F).
Per identificare la zona climatica di appartenenza viene utilizzata l’unità di misura definita “Grado-Giorno” (GG), che stabilisce la somma estesa a tutti i giorni, riferiti ad un periodo annuale di riscaldamento, delle differenze giornaliere tra la temperatura media esterna e la temperatura ambiente, che in Italia è fissata convenzionalmente a 20 gradi.
Attraverso quest’unità di misura si esprime il fabbisogno termico di una determinata area geografica; quando il valore Grado Giorno è basso viene indicato un periodo di riscaldamento breve e temperature medie giornaliere vicine alla temperatura convenzionale, in caso contrario, a valore Grado Giorno elevato, viene indicato un periodo di riscaldamento prolungato, quindi di conseguenza vi saranno temperature medie giornaliere inferiori rispetto alla temperatura convenzionale di rifermento.
Per cui più il clima è freddo maggiore sarà l’indice di prestazione energetica.
Il primo fattore da valutare è quindi l’individuazione del consumo di gas metano, valutato in metri cubi, utilizzato durante il periodo invernale. Questo valore è facilmente reperibile dalle bollette del gas, e una volta trovato dovrà essere moltiplicato per 8,3 che costituisce un valore fisso corrispondente alla mole di kWh prodotti da una caldaia a gas tradizionale (non a condensazione) per un metro cubo di gas bruciato.
In questo modo sarà possibile quantificare il consumo annuo dell’immobile in questione.
Bisognerà successivamente dividere il risultato ottenuto per i metri quadrati di superficie in modo tale da ricavare il consumo annuo per metro quadrato e confrontarlo con i valori di riferimento contenuti nella tabella di individuazione delle classi energetiche.
La suddivisione delle classi energetiche
Le classi energetiche definite standard sono in tutto 10: si parte dalla classe A, suddivisa in quattro fasce, A4, A3, A2, A1, seguita dalle classi B, C, D, E, F, e infine dalla classe G.
Come è possibile notare dalla tabella, la classe più alta (A4) costituisce quella più efficiente ed è quindi la migliore, mentre la classe più bassa (G) definisce la meno efficiente ed è quindi la peggiore.
Ogni classe risulta inserita all’interno di una fascia di valori di consumo che si trovano agli estremi di ogni classe, che identificano il consumo minimo e il consumo massimo. Essi vengono calcolati in Kilowattora per mq e indicano il quantitativo che serve a riscaldare l’ambiente domestico.
Ogni valore numerico è seguito da un indice EP che costituisce l’Indice di Prestazione Energetica Globale, conosciuto anche con la definizione di IPE.
L’EP si pone quindi come ulteriore valore capace di esprimere il consumo energetico di un’abitazione.
Gli immobili che rientrano fra le prime tre classi sono i favoriti, sia in termini di valore di mercato e risparmio in bolletta, sia in termini di impatto ambientale in quanto corrispondono ad un minore fabbisogno energetico.
Esistono in ogni caso dei sistemi che permettono di ridurre il consumo energetico e di raggiungere delle classi energetiche più efficienti; questi sistemi riguardano:
- L’installazione di pavimenti riscaldanti;
- L’utilizzo di caldaie a condensazione;
- L’impiego di pannelli solari.
In ogni caso è bene sapere che molto dipende dalla dispersione del calore che si riscontra all’interno dell’abitazione e dalla qualità dei materiali impiegati in fase di costruzione della struttura.
È bene quindi attenzionare i vari elementi che costituiscono l’immobile soprattutto:
- gli impianti interni, prediligendo l’utilizzo di elettrodomestici ad alta efficienza;
- gli infissi e i serramenti;
- la realizzazione delle pareti.
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